A nove giorni di distanza dal successo del 41enne Valverde al GP Indurain, anche Mark Cavendish ha alzato di nuovo le braccia su un traguardo. Con una certa consapevolezza. “So bene che il Giro di Turchia non è il Tour de France - ha detto all’arrivo - ma riconquistare questa sensazione è straordinario, fantastico, non mi stancherò mai”. L’ultimo successo era stato a Fujairah, Dubai Tour, 8 febbraio 2018. 

Più di due anni per tornare a sorridere; nel frattempo ha combattuto contro un virus, contro una spalla rotta, contro la depressione. In lacrime dopo una Gand-Wevelgem disse che non sapeva se avrebbe gareggiato di nuovo, come ricorda Tom Cary sul Telegraph. Poi il ritorno in casa Quick Step, che oggi si chiama Deceuninck, e quando c’era lui, dal 2013 al 2015, era griffata Omega Pharma e Etixx, ma la sostanza non cambia. Cavendish ha ritrovato l’ambiente buono e le sensazioni che cercava; come se aspettasse solo la chiamata di Patrick Lefevere.

Il Giro di Turchia no sarà il Tour de France, come ha detto il velocista britannico, ma ha già regalato molte emozioni e storie da raccontare. Oltre alla sua vittoria, in casa Deceuninck, c’è stato anche il ritorno alle corse di Fabio Jakobsen, dopo il terribile incidente al Giro di Polonia dello scorso anno. Chissà che la magia del Wolfpack, prima o poi, non riesca a far gioire anche lui. 

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