Il 22 aprile 2017 ci lasciava l'Aquila di Filottrano
Per chi ama il ciclismo il 22 aprile non è un giorno come tutti gli altri. Quattro anni fa se n’è andato Michele Scarponi, volato via con le ali di un’aquila che è diventata un angelo.
Un angelo che guarda tutti da lassù e continua a sorridere ai suoi compagni mentre pedalano in gruppo, fianco a fianco. È volato via Michele, ma in qualche modo è ancora lì, lo si capisce dagli sguardi che ancora lo cercano, dai momenti di solitudine che lui avrebbe riempito con la sua genuina allegria. Quella che lo accompagnava anche durante le tappe più dure, quando la strada saliva. Allora Michele metteva su il “rapportone” per spingere di più, con la gioia di essere lì, a fare quello che più amava, regalando gambe e cuore ai propri compagni, quando serviva. Lo ricordiamo ancora al fianco di Vincenzo Nibali al Tour de France del 2014, o nel 2016, quando con un capolavoro lo aiutò a conquistare la maglia rosa.
Già, tra poco tornerà il Giro d’Italia, e fa ancora più male sapere che Michele se ne sia andato proprio mentre si allenava per la corsa rosa, sulle strade della sua Filottrano. Una ferita aperta che riaccende ogni volta i riflettori sulla sicurezza dei ciclisti e ci spinge a fare di più, perché ancora non basta.
Sì, il 22 aprile, da quattro anni, ci svegliamo con un pugno nello stomaco, ma poi pensiamo a Michele, al suo sorriso e tutto passa…